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CENNI STORICI

La stretta valle appenninica solcata dal fiume Potenza che sorge nei pressi delle frazioni di Fonte di Brescia, Laverino, e Laverinello, e dei suoi primi affluenti, Fiumetto, Fosso di Capodacqua e Fosso di Campodonico, costituisce con i monti circostanti, il territorio dell'odierno Comune di Fiuminata.
Queste terre, probabilmente, conobbero alcuni insediamenti umani già nell'età del bronzo o alla fine del neolitico come testimoniano alcuni sporadici rinvenimenti di cocci, carboni o punte di frecce in varie località.
Tuttavia la prima presenza umana documentata di un certo interesse è la statio Romana di Dubios posta nella Valle del Frate al confine fra il Comune di Fiuminata e Nocera Umbra.
Di quest’insediamento e della strada romana che lo attraversa congiungendo il tratto Nocera Umbra (Nuceria Camellaria) - Pioraco (Prolaqueum) è stato già scritto e n’è prova visibile il cippo di pietra ivi rinvenuto dal defunto Dott. Cesare Alocchi di Fiuminata.
La strada romana che passava per Dubios scendeva lungo la vallata ed arrivava fino a Pioraco dove superava il Potenza sopra il ponte Marmone tuttora esistente.
In epoca romana non sono documentati nella zona altri insediamenti.
Con la decadenza dell'Impero romano venne meno anche Dubios i cui abitanti probabilmente si rifugiarono in villaggi posti sulle alture circostanti.
Nei pressi di Dubios sorse una Pieve, forse utilizzando i materiali dell'antica statio, come continuità cristiana del vecchio insediamento.
La Pieve di S. Maria di Dubios più tardi detta di Orve, documentata a partire dal 1246, si trovava lungo il fiume Potenza, nel tratto posto fra il Ponte delle Pecore ed il Ponte Fiumetto e scomparve fra il XVII ed il XVIII secolo.
Di essa oggi non restano più tracce.
Durante il Medioevo, più precisamente fra il X e il XI secolo il nostro territorio era sotto la giurisdizione del Conte longobardo di Nocera;
Da quest’autorità furono fatte costruire alcune delle strutture edilizie più importanti della vallata.
Fra queste ricordiamo le rocche di Cluiano, S. Lucia, Somaregia, Orve, Spindoli.
Alcune di queste rocche con una porzione di territorio furono il possesso feudale di nobili famiglie alle quali apparteneva tutta la vallata.
I Bulgarelli a Cluiano (l'odierna Casaluna), i Cavalca, a S. Lucia (l'odierna Rocca di Laverino o Lori), i nobili discendenti dai Conti di Nocera a Somaregia.
Essi erano i padroni di Fiuminata e del suo territorio e tali rimasero finche i Comuni vicini in espansione non acquistarono i loro possessi.
Così nel 1283 i Cavalca dovettero vendere la loro parte di diritti su Fiuminata al Comune di Camerino per la somma di 2100 lire di Denari e lo stesso dovettero fare per la propria parte i Bulgarelli di Cluiano e Cante Gabrielli di Gubbio per il prezzo di 2300 lire.
Da questa data la giurisdizione sul territorio passò al Comune di Camerino, mentre per la Valle di Campodonico i Signori di Somaregia si sottomettevano a Fabriano nel 1271 e nel 1288 Francesco di Bartolo di Somaregia vendette al Comune di Camerino la montagna di Bufeto.
Per i secoli XII e XIII inoltre, ricordiamo alcune brevi notizie di un certo rilievo.
La prima è del 19 settembre 1179, quando Cristiano di Magonza, cancelliere imperiale di Federico Secondo fu sconfitto e catturato da Corrado di Monferrato sotto una rupe detta di S. Cristina.
Secondo il Boccanera tale rupe corrisponderebbe allo sperone posto fra S. Cassiano e Pontile, nel luogo detto oggi « la torretta» .
Tale interpretazione sembra discutibile in quanto nei documenti dell’epoca si sostiene che la cattura avvenne presso Pioraco senza ulteriori specificazioni e nella tradizione locale non esiste ricordo alcuno né il toponimo riferito.
Sembrerebbe invece più plausibile identificare la rupe di S. Cristina con quello che attualmente è denominato Colle di Costa Eletta, posto al disopra del Ponte di S. Casciano, che è molto più scosceso e sul quale una tradizione locale vorrebbe che fosse esistito un’antico convento femminile.
Nel 1206 poi, attraverso la nostra valle sarebbe transitato l’imperatore Ottone IV diretto a Camerino.
A questa notizia si deve aggiungere il terribile terremoto del 1279 che rase al suolo numerosi edifici, provocò gravi disastri e, infine, costrinse i nobili feudatari a sottomettersi a Camerino.
Dopo il 1283 nella valle del Potenza sorsero lentamente due piccoli «Comuni rurali», come unità amministrative parzialmente autonome sotto Camerino.
Si trattava del Comune di Fiuminata facente capo al Castrum Sancti Johannis e del Comune di Poggio Sorifa.
Il primo, sorto fra il XIII ed il XIV secolo, scelse come sua sede un luogo centrale che forse eresse e fortificò ad hoc, l’attuale frazione di Castello.
La sua giurisdizione si estendeva da S. Cassiano fino al Ponte Berardo (nei pressi dell’attuale Bivio d’Ercole) e tale rimase fino l’anno 1816 quando fu unito ad esso il Comune di Poggia Sorifa.
L’altro Comune, sorto presumibilmente intorno al XIII secolo, si estendeva da Ponte Berardo fino al M. Pennino, comprendendo nel suo territorio Orve e la Rocca di S. Lucia.
I due Comuni si amministrarono autonomamente anche quando a Camerino il potere fu assunto dai Varano.
Di epoca medievale possediamo gli Statuti del Comune di Poggio-Sorifa ed alcuni verbali i «Consigli Comunali» del Comune di Fiuminata.
Da questi verbali si comprende che il Comune di Fiuminata aveva una parziale autonomia che, dal momento in cui i Varano assunsero il potere a Camerino, fu più limitata.
Il Comune di Poggio-Sorifa era più autonomo, essendo definito negli Statuti camerinesi come un luogo «raccomandato» fino al XVI secolo, qualifica che perse in seguito.
Infatti, esso si governava attraverso i suoi codici per le cause minori e doveva riferirsi a Camerino per i reati più gravi.
Il podestà del Comune era nominato per entrambi da Camerino.
Con la fine della signoria dei Varano, lo Stato Pontificio assunse direttamente il governo su tutto il territorio.
In entrambi i Comuni, tuttavia, rimasero invariate le regole fino l’anno 1816, quando il Comune di Poggio-Sorifa aggregato al Comune di Fiuminata.
Infine la sede comunale di Fiuminata, nel 1872 fu trasferita da Castello (dove era sorta nel XIII secolo) al nuovo capoluogo scelto nel villaggio di Massa.
Del periodo in cui i territori restarono sotto lo Stato Pontificio possediamo la documentazione conservata presso la Sezione di Archivio di Stato di Camerino (in modo particolare gli atti notarili, i catasti ed i Libri dei focolari) e presso l’Archivio comunale di Fiuminata.
In quest’ultimo archivio, a causa della distruzione delle carte e pergamene antiche risalenti fino al sec. XV, i più antichi documenti attualmente conservati risalgono all’inizio del XIX secolo, tranne tre volumi (i soli superstiti da vari trafugamenti!) contenenti i verbali dei Consigli comunali del XVIII secolo.
Da questa congerie documentaria, emerge che nei secoli XVII - XIX, si affermarono e prosperarono nel Comune alcune importanti famiglie, delle quali diremo in un nostro futuro lavoro.
Tra queste ricordiamo i Giachesi di Camerino che avevano il loro casino di villeggiatura a Pontile, i Lori che avevano due residenze la prima a Colle di Brescia (attualmente Palazzo Olivieri), la seconda a Massa (ex Caserma dei Carabinieri).
I Loris subentrarono ai Ronca di Fabriano nel possesso della tenuta di Orve e a loro seguirono gli Olivieri di Laverino ai primi di questo secolo.
A questi si aggiungevano con varie proprietà i Conti Bruschetti di Camerino, i Marchesi Bandini della Rocca di Lanciano, i Conti Olivieri di Nocera Umbra ed infine i Barboni della Castagna «cittadini Ducali e rurali di Camerino», fra i più grossi proprietari che quell’epoca con varie decine di ettari di terreno in catasto.
Queste famiglie possedevano molte fra le proprietà terriere, mentre altre appartenevano ai vari Benefici ecclesiastici, frutto per lo più di donazioni, il resto apparteneva ai piccoli proprietari ed in parte erano Beni pubblici.
I lavori agricoli, che per secoli sono stati alla base della povera economia fiuminatese, come le vigne concesse in enfiteusi dal Comune a chi ne faceva richiesta alla fine del secolo scorso, oggi occupano un posto relativamente marginale.
Per questo tutte le frazioni del Comune di Fiuminata soffrono da decenni per un’abbandono pressoché totale da parte della popolazione attiva, emigrata altrove.
Nelle frazioni restano i pensionati, nel Capoluogo e dintorni le poche forze produttive dedite all’artigianato o soggette al pendolarismo con i centri industriali vicini (Matelica, Fabriano, ecc.).
Dal punto di vista amministrativo, dopo l’unione dei due Comuni, negli anni scorsi è avvenuta anche l’unione religiosa sotto l’unica diocesi di Camerino anche del territorio di Poggio che invece era parte integrante della Diocesi di Nocera Umbra.

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